La novità sta nel fatto che bambino e psicoterapeuta lavorano fianco a fianco senza barriere, in maniera ludica e spontanea, e questo permette al bambino di aprirsi maggiormente raccontando anche tracce non ancora elaborate.
La psicoterapia consente di raccontare la propria storia investendola di nuovi significati in modo per offrire equilibrio e armonia.
La tecnica si concretizza nella realizzazione delle cosiddette Puntastorie. Partendo da punti impressi su un grande foglio di carta bianca, si disegnano linee e poi figure geometriche semplici fino ad arrivare a illustrazioni e narrazioni che racchiudono il vissuto del del bambino.
Il Disegno Narrativo Condiviso rappresenta dunque un lavoro creato a quattro mani da paziente e terapeuta, che si arricchisce man mano di contenuti
simbolici, fino a diventare una vera storia.
Il DNC in virtù del suo essere simbolico diviene, in ogni sua componente, fonte di informazione: le
posizioni sul foglio, il tratto, la scelta dei soggetti disegnati, l’uso
dei colori, tutto è rappresentativo e contribuisce a delineare il profilo del piccolo paziente.
Gli scopi nell’utilizzare questa tecnica sono molto vasti: esplorare il livello grafico del bambino, le capacità intuitive e di soluzione delle difficoltà le competenze narrative e logiche, l’emotività e
le paure. Il racconto creato diventa una storia personale, con
emozioni, speranze, angosce, tutto ciò che ci rende espansivi o che porta a rinchiudersi.
La Puntastoria permette al piccolo di
avvicinare questi aspetti, di dare loro voce, di riconsiderarli ed
elaborarli. Inoltre, offre dettagli importanti sul
paziente in un determinato momento per poter valutare un efficace percorso terapeutico. Una buona storia include già
al suo interno la via del cambiamento e la terapia è lo spazio narrativo
in cui questa storia può prendere forma. Mentre i fatti rimangono i medesimi, ma è il narratore che cambia e riesce a trovare, nella
storia, una nuova via per superare le criticità.
Grazie Rossana per l'attenzione e l'interesse mostrate per il mio lavoro. La sua recensione coglie lo spirito della Puntastoria e dei mondi possibili che terapeuta e piccolo paziente riescono a creare giocando, disegnando e raccontando.
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